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Si è svolto il giorno 6 marzo 2018, presso l’Aula Magna del Liceo Scientifico “Nino
Cortese” di Maddaloni, un convegno sulla Costituzione. L’iniziativa nasce da un
protocollo d’intesa tra l’Unione Camere penali italiane e il MIUR. Per l’occasione si è celebrato
il 70° anniversario della Costituzione Italiana entrata in vigore il 1° gennaio del 1948.
L’iniziativa è stata fortemente voluta dalla Dirigente Scolastica, prof.ssa Daniela Tagliafierro,
e dalla funzione strumentale all’orientamento, prof.ssa Maddalena Mastropietro. Scopo di
tale attività: agevolare la conoscenza degli studenti sulla conformazione del sistema
costituzionale. Ad aprire il convegno la prof.ssa Maria De Lucia, referente alla
legalità, che ha presentato gli ospiti: l’avv. Raffaele Carfora e l’avv. Olimpia
Rubino della Camera penale del foro di Santa Maria Capua Vetere. In un’Aula Magna,
piena di studenti, nonostante l’orario pomeridiano post didattica, gli alunni sono
stati catturati dalla proiezione di un filmato sulle vicende che hanno segnato la
vita di Enzo Tortora e Giuseppe Gullotta. Da qui l’intervento dell’avvocato
Carfora, che citando l’articolo 13 della Costituzione, per il quale la libertà
personale è inviolabile, ha argomentato in modo eccellente sui rapporti tra media e
processo penale e sulla presunzione di non colpevolezza fino a condanna definitiva
(articolo 27 comma 2 della Costituzione). I media hanno il dovere di informare
correttamente e non di “piegare la verità”. Non si può essere condannati da i
media prima che da un tribunale perché questo priva l’imputato della sua dignità
in quanto solo presunto colpevole. Inoltre, l’intervento dell’avvocato Olimpia
Rubino, collegandosi alle parole dell’avvocato Carfora, ha affrontato il problema
della vita in carcere. Significativa è stata la frase di Voltaire citata nella seconda parte del
video: “Per conoscere un paese visita le sue prigioni”. L’avvocato ha riportato
vari episodi di violenza sui detenuti da parte delle guardie carcerarie e questo
ha fatto molto riflettere spostando il discorso sul campo morale; i detenuti sono
pur sempre uomini e in quanto tali hanno una dignità, che nel loro caso deve essere
riconquistata e nessuno può privare queste persone di questo diritto. É stato
nuovamente citato l’articolo 27 in merito alle pene che non possono consistere in
trattamenti contrari al senso di umanità, ma essere rieducative e risocializzanti.
Di conseguenza non è ammessa la pena di morte. Qui l’argomento ha toccato la
sensibilità dei ragazzi, i quali hanno interagito con gli ospiti aprendo un piccolo
dibattito sicuramente molto costruttivo. Ma gli argomenti trattati hanno
sfiorato anche la politica italiana attuale. Io stesso ho cercato di capire quanto
le leggi costituzionali siano veramente osservate e quanto siano realmente
conosciute, anche dai politici. E qui è stato inevitabile citare l’articolo 54
sull’adempienza, con onore e disciplina, dei compiti affidati ad una funzione
pubblica. In conclusione, la conferenza ha portato tutti a prendere coscienza di
alcuni eventi, di alcune vicende che sembrano distanti dalla quotidianità e
dall’interesse dei ragazzi. Per questo mi auspico che eventi del genere siano più
spesso ripetuti al fine di rendere consapevoli i ragazzi della bellezza della
Costituzione Italiana, ma più in generale della Giustizia.
Articolo di Gennaro D’Ambrosio 4G
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